Il Canale
Era l’inizio degli anni cinquanta, quando i primi temerari canoisti eporediesi iniziarono a pagaiare sotto i ponti della Dora Baltea ad Ivrea.
Le stabili canoe smontabili, prodotte dalla mitica casa tedesca Klepper, si prestavano bene per le prime tranquille discese sul fiume di casa e sui numerosi laghi del Canavese.
L’epico raid del biposto “Aerius” di Giulio Valzolgher e Gianfranco Voltolina da Ivrea a Venezia del 1952 diede molto risalto a questo nuovo sport e tantissimi sono i giovani che negli anni successivi si avvicinano a questa affascinante disciplina.
Intanto l’Ivrea Canoa Club ha ricevuto in concessione dal Comune gli stallaggi della Caserma Valcalcino, abbandonati dopo la guerra e oramai fatiscenti ma con un grandissimo pregio: sono posizionati in riva alla Dora !
Successivamente l’amministrazione demaniale, che ha in gestione il Naviglio di Ivrea che porta le acque della Dora Baltea verso le risaie del vercellese, concede l’uso del “Pontetto”, un’antica piccola costruzione, già ripresa nelle antiche stampe della città, che è dotata di una propaggine costruita con pietre e appoggiata su archi di mattoni sotto i quali scorre un pezzo di fiume, ideale da utilizzare quale pontile per imbarcarsi sulle canoe.
Gli allora “ragazzi” del club ristrutturano questi locali trasformandoli in spogliatoi e depositi per le canoe ed il tratto di fiume antistante la sede inizia a brulicare di queste strane imbarcazioni che incuriosiscono i passanti, abituati a veder navigare il fiume solo dalla barca del custode del canale spinta lungo le sponde della diga con una lunga pertica.
Il “Pontetto” è posizionato proprio nel punto in cui la Dora Baltea – dal lato sinistro – si trasforma in una largo e tranquillo canale che raccoglie le acque da convogliare verso il Naviglio di Ivrea e – dal lato destro – continua il suo corso naturale che, a causa del dislivello determinato dallo sbarramento, si trasforma in una piccola rapida di circa 300 metri.
Nessuno ha il coraggio di saltare giù per quella rapida. Sembra troppo pericoloso e il fondo delle canoe di tela gommata probabilmente non reggerebbero l’impatto contro le rocce affioranti lungo il percorso.
Bisogna aspettare la visita ad Ivrea dei canoisti (allora Jugoslavi) di Nova Gorica, invitati ad Ivrea per apprendere da loro i segreti della navigazione sui fiumi, per imparare la manovra dell’eskimo, per iniziare a giocare con le porte dello slalom.
Gli amici slavi si allenano giornalmente sull’Isonzo (per loro “Soca”) e hanno una bella dimestichezza con le manovre in rapida.
Saltano giù dallo sbarramento con grande tranquillità dimostrando agli increduli canoisti eporediesi che navigare quel tratto turbolento di Dora è assolutamente possibile.
Il ghiaccio è rotto e da quel momento il percorso di slalom cittadino diventa il principale punto di riferimento per le prove di coraggio dei canoisti locali ed entra di diritto nel calendario delle manifestazioni nazionali ed internazionali.
Si parte a monte del Ponte Vecchio e si termina all’altezza delle rovine del Ponte Romano, all’epoca ancora nascoste sotto metri di detriti ghiaiosi.
Spuntano dal letto del fiume solo una serie di pali, base di appoggio di uno dei dodici piloni del maestoso ponte riportato alla luce dopo la disastrosa piena del 1993.
Questi pali sono stati il terrore di generazioni di canoisti, per la paura di rimanerci incastrati durante le innumerevoli nuotate. Sono ancora li adesso, protetti da alcuni grossi massi, non fanno più paura a nessuno.
Anche il passaggio fra i ponti cittadini non era semplicissimo: molto dipendeva dal livello delle acque. Lo stretto passaggio sotto il Ponte Vecchio generava mulinelli e ribollimenti che mettevano a dura prova le scarse capacità tecniche dei nostri primi canoisti.
Già alla fine degli anni ’50 il club interviene sul percorso con l’inserimento di gabbioni riempiti con pietre e con assi di legno che convogliano l’acqua verso il centro del fiume aumentandone così l’ondosità e la difficoltà.
Su questo percorso si formano alcuni fra i migliori atleti nazionali e l’Ivrea Canoa Club contribuisce con moltissimi elementi alla formazione delle squadre nazionali sia di discesa sia di slalom.
L’apice del successo si ha nel 1972 con la partecipazione di una tripletta tutta eporediese alle Olimpiadi di Monaco (Augsburg) in Germania.
I fratelli Roberto e Giuseppe D’Angelo e Mario Di Stazio raccolgono lusinghieri risultati nella prima prova olimpica per la disciplina dello slalom dominata dai canoisti dell’allora Germania Democratica (DDR).
Successivamente da Ivrea prende impulso lo sviluppo del canoismo nazionale ad opera dell’Ing. Carlo Brizzolara che, con grandi difficoltà all’interno di una Federazione Canottaggio disinteressata alle disciplina dell’Acqua Mossa, organizza i primi stage di formazione per atleti ed allenatori.
Il percorso di Slalom di Ivrea non era particolarmente impegnativo. La pendenza era molto contenuta e la parte considerata più difficile era il superamento dello sbarramento iniziale che avveniva con la discesa dello “scivolo” oppure del “salto” che sono rimasti praticamente uguali anche ai giorni nostri.
I più coraggiosi erano anche in grado di transitare sotto la “casina” per un angusto passaggio più impressionante che difficile.
Altra contenuta difficoltà era poi rappresentata dalla rapida del “mattatoio” – più o meno a metà percorso – che prendeva il nome dall’attività di macello che si svolgeva proprio li vicino.
I primi seri problemi per il percorso di Slalom di Ivrea si presentano alla fine degli anni ’70.
Una delle numerose periodiche piene stagionali distrugge la diga di San Bernardo posta pochi chilometri a valle.
Questo incidente modifica profondamente la morfologia del fiume ed il livello delle acque a valle del campo di gara si abbassa progressivamente. Il resto lo fanno le piene del fiume.
Aumentando il dislivello, aumenta anche la pendenza del fiume e la parte finale del canale è ora quasi impraticabile. Massi e pali di legno conficcati nel letto del fiume sin dal XV° secolo per impedirne l’erosione, mettono a dura prova la sicurezza del tracciato e la tenuta delle imbarcazioni.
Dopo alcune rudimentali provvisorie sistemazioni, a metà degli anni ’90 vene fatto il primo significativo intervento che consiste nel ridisegnare con grossi massi la sponda sinistra della Dora e creare alcune zone di morta.
Il percorso diventa più impegnativo e di nuovo navigabile in sicurezza ma il sogno di far diventare quel tratto di fiume un vero canale per la pratica delle discipline dell’Acqua Mossa attraversa diverse generazioni di canoisti eporediesi.
Anni di progetti, interminabili sopralluoghi, le più disparate consulenze trovano finalmente sbocco agli inizi degli anni 2000.
Nel 2005 è lo slovacco Ciback a ridisegnare la pendenza dell’ultima parte del canale nel tentativo di meglio distribuire il significativo dislivello. Questi, figlio del progettista del canale olimpico spagnolo di La Seu d’Urgell, aveva a sua volta già progettato il canale di Liptovsky Mikulas in Slovacchia.
Nel 2006 viene richiesto l’intervento della Società francese Hydrostadium che aveva già progettato il canale olimpico di Atene. Ben presto anche Hydrostadium si rende conto della difficoltà di lavorare su un canale semiartificiale caratterizzato da una pendenza e da salti che hanno pochi eguali nel mondo e che rendono la discesa tecnicamente difficile.
Le opere eseguite, con qualche ulteriore modifica, consentono tuttavia di ospitare nel 2007 la Coppa del Mondo e nel 2008 i Mondiali di Canoa Discesa.
Ma la vera vocazione del canale eporediese è quella di offrire un impianto per la pratica della canoa slalom. Per arrivare a questo risultato, risulta necessario procedere con nuovi interventi. Ancora una volta, si provvedere a rimodulare la pendenza, i pennelli e viene allungata la sponda di sinistra per creare una
vasta piscina nella parte finale dove poter “giocare” con maggiore tranquillità.
Si pensa anche al rifacimento dell’uscita dalla piscina finale, con l’inserimento di lastroni di pietra piatti, intervento che determina la creazione di una bella ed inattesa onda da surf.
Ma è nel 2015 che si prepara una nuovo capitolo nella storia dell’impianto eporediese. Con l’assegnazione della prima prova di Coppa del Mondo 2016 di Canoa Slalom, si rende necessario mettere nuovamente mano al canale.
L’obiettivo è quello di creare morte più stabili, di poter disporre di una maggiore varietà di combinazioni tecniche e di creare onde adeguate sia a spettacolari “ traghetti” che adatte al “ playboating”.
Questa volta, grazie alle conoscenze internazionali di Roberto D’Angelo, il Club entra in contatto con l’americana Whitewater Park International che vanta la progettazione dei canali olimpici di Sydney, Londra e Rio de Janeiro che rappresentano il meglio nel campo della progettazione fluviale. La sfida è ancora una volta eccitante. WPI accetta la sfidante proposta di lavorare con un piccolo Club con budget limitato su un progetto ritenuto anche da loro difficile.
La realizzazione di un modello in scala 1:13 presso la Facoltà di Ingegneria di Praga, evidenzia con chiarezza dove intervenire. La potenza dell’acqua impone l’utilizzo di moduli prefabbricati in cemento che vengono appositamente realizzati in loco.
A gennaio 2016 le opere vengono completate con successo. Finalmente il Club può vantare un nuovo canale che ha caratteristiche di eccellenza certificate dall’International Canoe Federation e che, nella sezione finale risulta essere molto simile a quella dell’impianto olimpico di Rio de Janeiro.
Il canale dello Stadio della Canoa di Ivrea è classificato di 4° grado per una lunghezza di 230 metri. E’ attrezzato con 60 porte da slalom facilmente manovrabili dalla sponda destra. Sono disponibili un deposito per le imbarcazioni, una palestra, due spogliatoi con servizi e docce. E’ inoltre possibili soggiornare nell’Ostello del Club, oppure negli spazi per il campeggio o per il parcheggio di roulotte, camper e autocaravan adiacenti allo Stadio.
Quando la Dora ha un’elevata portata, anche il tratto fra i ponti cittadini assume caratteristiche tali da consentire impegnativi allenamenti tecnici in acqua instabile, e surfate interminabili sulle onde che si creano.
Lo Stadio della Canoa, immerso nel verde, in pieno centro cittadino, è il luogo privilegiato per attività agonistica e di svago, “Centro di Riferimento Territoriale” della Federazione Italiana Canoa Kayak e “Polo di specializzazione” per lo Slalom.
Ospita ogni anno centinaia di canoisti provenienti dai più importanti centri agonistici nazionali ed esteri che vengono a cimentarsi con uno dei più impegnativi percorsi di slalom a livello europeo.
Il canale richiama inoltre un numero sempre più elevato di appassionati di canoa freeride che vengono a divertirsi in sicurezza sulle rapide dello “Stadio della Canoa”.
Durante tutto l’anno si tengono sia corsi per principianti sul lungo Dora, che corsi di perfezionamento per chi vuole imparare ad affrontare acque difficili e turbolente.
Il canale è diventato un riferimento per le aziende che intendono testare nuove attrezzature e materiali.
Ogni anno lo Stadio della Canoa di Ivrea ospita importanti manifestazioni a livello nazionale ed internazionale nonché competizioni di canoa freeride in occasione degli Eporedia Active Days (ex Teva Games).
Lo Stadio della Canoa è assegnato in gestione all’Ivrea Canoa Club dall’Amministrazione Comunale di Ivrea e dall’Agenzia Interregionale per il Fiume Po.
Possono utilizzare liberamente gli impianti ed i locali i soci del Club e tutti coloro che ne fanno richiesta, dietro versamento delle quote stabilite.
Sono previste tariffe agevolate per l’utilizzo saltuario del canale e per l’affitto dei locali, dell’ostello e del campeggio.
difficoltà classe IV
lunghezza 230 mt
dislivello 6 mt
portata media 11-13 mcs
pendenza media 3,0%